vacanze a salerno
Entrando nella città di Salerno (Campania) si ha la sensazione di arrivare in un centro urbano interamente moderno, nonché piuttosto caotico nei suoi quartieri di più recente espansione, ma in realtà Salerno mantiene un patrimonio Storico e monumentale di tutto rilievo. Niente di sorprendente per chi conosce le vicende passate della città, capitale prima di un principato longobardo e in seguito, per circa mezzo secolo, del Ducato normanno di Puglia. Fu questo il periodo che vide i giorni più famosi della Scuola medica salernitana, che all'epoca si contraddistingue come l'unico centro d'istruzione superiore aperto anche alle femmine.
Duomo .
Fu Roberto I il Guiscardo a fondare la cattedrale, resa sacro nel 1085 da papa Gregorio VII. Prima di entrare merita attenzione il campanile che rivela una chiara matrice araba nel corpo terminale cilindrico ad archi intrecciati. Salita la scalinata d'ingresso, seicentesca, la porta dei Leoni inizia. un atrio porticato la cui decorazione a intarsio lapideo richiama modelli bizantini e islamici; bellissime le imposte in bronzo del portale centrale, fuse a Costantinopoli nel 1099.
L’interno ha tre navate interne, lungo le quali si aprono 12 cappelle laterali, tradisce gli interventi settecenteschi, visto che mantiene il palinsesto decorativo originario solo la sezione finale della navata centrale, dove troneggiano due sfavillanti amboni. poggiati su 12 colonne il maggiore di questi, duecentesco come il vicino candelabro per il cero pasquale, addobbato di mosaici; quattro colonne sostengono il più piccolo, più antico e ancora più ricercato nei dettagli. Tra i molteplici monumenti funebri ordinati all'interno della cattedrale spicca, in fondo alla navata sinistra, il sepolcro della regina Margherita di Durazzo, intagliato intorno al 1415 dal maestro pontino Antonio Baboccio.
La scala alle spalle del monumento scende nella cripta, restaurata in forme barocche durante il XVII secolo. A destra del Duomo si trova L’Episcopio, costruzione duecentesca con un bel salone suddiviso in due navate da grandi colonne d'epoca romana sulla sinistra della cattedrale i'ex Seminario arcivescovile, riutilizzato nel 1731 ospita il Museo diocesano, che conserva un prezioso ciclo di 64 tavolette in avorio del XIII secolo.
Via del Duomo.
Sulla strada che scende dalla Cattedrale verso il lungomare si sporgono la sede della Collezione Alfonso Tafuri, che comprende ceramiche campane e la seicentesca chiesa di S. Giorgio, meritevole di una visita per le raffinate decorazioni dell'interno, tra le quali risaltano gli affreschi di Francesco Solimena. Nell'attigua via dei Mercanti, la chiesa sconsacrata di S. Gregorio, meritevole di una visita per l’eleganti decorazioni dell’interno, tra le quali spiccano gli affreschi di Francesco Solimano. Nell’attigua via dei Mercanti, la chiesa sconsacrata di S. Gregorio ospita la Sezione didattica della Scuola salernitana, esposizione intitolata alla storia della celebre istituzione.
Museo archeologico provinciale.
Sistemato nell’ex abbazia di S. Benedetto, possiede il pezzo di maggior pregio in una testa di Apollo in bronzo del I secolo a.C., che impreziosisce la ricca collezione di reperti relativi alla romana Salernum; rilevante interesse riveste anche la sezione dedicata all'età del Ferro, con molteplici corredi sepolcrali scaturiti dalle necropoli del Cilento. Usciti dal museo, vale la pena di continuare fino a via Aice per osservare le scenografiche arcate dell'acquedotto costruito nell’VIII secolo dai Longobardi, che fu ristrutturato in epoca normanna per servire proprio il complesso sede del museo.
Duomo .
Fu Roberto I il Guiscardo a fondare la cattedrale, resa sacro nel 1085 da papa Gregorio VII. Prima di entrare merita attenzione il campanile che rivela una chiara matrice araba nel corpo terminale cilindrico ad archi intrecciati. Salita la scalinata d'ingresso, seicentesca, la porta dei Leoni inizia. un atrio porticato la cui decorazione a intarsio lapideo richiama modelli bizantini e islamici; bellissime le imposte in bronzo del portale centrale, fuse a Costantinopoli nel 1099.
L’interno ha tre navate interne, lungo le quali si aprono 12 cappelle laterali, tradisce gli interventi settecenteschi, visto che mantiene il palinsesto decorativo originario solo la sezione finale della navata centrale, dove troneggiano due sfavillanti amboni. poggiati su 12 colonne il maggiore di questi, duecentesco come il vicino candelabro per il cero pasquale, addobbato di mosaici; quattro colonne sostengono il più piccolo, più antico e ancora più ricercato nei dettagli. Tra i molteplici monumenti funebri ordinati all'interno della cattedrale spicca, in fondo alla navata sinistra, il sepolcro della regina Margherita di Durazzo, intagliato intorno al 1415 dal maestro pontino Antonio Baboccio.
La scala alle spalle del monumento scende nella cripta, restaurata in forme barocche durante il XVII secolo. A destra del Duomo si trova L’Episcopio, costruzione duecentesca con un bel salone suddiviso in due navate da grandi colonne d'epoca romana sulla sinistra della cattedrale i'ex Seminario arcivescovile, riutilizzato nel 1731 ospita il Museo diocesano, che conserva un prezioso ciclo di 64 tavolette in avorio del XIII secolo.
Via del Duomo.
Sulla strada che scende dalla Cattedrale verso il lungomare si sporgono la sede della Collezione Alfonso Tafuri, che comprende ceramiche campane e la seicentesca chiesa di S. Giorgio, meritevole di una visita per le raffinate decorazioni dell'interno, tra le quali risaltano gli affreschi di Francesco Solimena. Nell'attigua via dei Mercanti, la chiesa sconsacrata di S. Gregorio, meritevole di una visita per l’eleganti decorazioni dell’interno, tra le quali spiccano gli affreschi di Francesco Solimano. Nell’attigua via dei Mercanti, la chiesa sconsacrata di S. Gregorio ospita la Sezione didattica della Scuola salernitana, esposizione intitolata alla storia della celebre istituzione.
Museo archeologico provinciale.
Sistemato nell’ex abbazia di S. Benedetto, possiede il pezzo di maggior pregio in una testa di Apollo in bronzo del I secolo a.C., che impreziosisce la ricca collezione di reperti relativi alla romana Salernum; rilevante interesse riveste anche la sezione dedicata all'età del Ferro, con molteplici corredi sepolcrali scaturiti dalle necropoli del Cilento. Usciti dal museo, vale la pena di continuare fino a via Aice per osservare le scenografiche arcate dell'acquedotto costruito nell’VIII secolo dai Longobardi, che fu ristrutturato in epoca normanna per servire proprio il complesso sede del museo.