vacanze a benevento
A Benevento (Campania), sulle rive del calore, sono tanti i documenti del passato, a partire dai resti della sannita Maloenton, per continuare con le imponenti vestigia d’epoca romana e del medioevo che nel 1266 vide Benevento teatro dello scontro finale tra Carlo I d’Angiò e Manfredi di Sicilia.
Del Duomo soltanto il prospetto frontale e la torre campanaria ricordano, dopo i bombardamenti dei 1943, la passata bellezza del tempio, frutto degli interventi accaduti alla fondazione (VII secolo) fino ,il XVIII secolo. La facciata (XII secolo) è una sorta di palinsesto della storia cittadina, con i frammenti romani, bizantini e longobardi inseriti nei due ordini della struttura romanica. Le bombe alleate annientarono anche la magnifica porta in bronzo del portale centrale, adorno di rilievi; le 72 formelle che la componevano, attualmente in restami, verranno sistemate all'interno della chiesa, completamente rifatto dopo la guerra. Anche per il campanile, elevato nel 1279, furono utilizzati materiali romani di recupero, come i 17 busti sulla fronte anteriore e il rilievo sul fianco sinistro, raffigurante un cinghiale divenuto emblema della città.
Il Museo diocesano è collocato nella cripta del Duomo, di origine paleocristiana ma più volte riutilizzata. Vi sono mantenuti preziosi frammenti di carmi sepolcrali, larghi brani di pittura longobarda, la cattedra di S. Barbuto in ferro battuto, un prezioso affresco trecentesco e alcuni resti dei magnifici amboni contemporanei che si trovavano nel Duomo, distrutti dalle bombe dell'ultima guerra.
L'arco di Traiano è il monumento più noto della città, innalzato nel 114 per festeggiare il prolungamento della Via Appia da Benevento a Brindisi. L'arco, alto più di 15 in, è ornato da rilievi che celebrano il saggio governo dell'imperatore, riprodotto sempre in abiti civili; particolare interesse storico riveste quello all'interno del fornice che ricorda l'inclusione di Benevento nel programma di "institutio alimentaria", ripartizione gratuita di derrate alimentari ai bimbi poveri.
Del Duomo soltanto il prospetto frontale e la torre campanaria ricordano, dopo i bombardamenti dei 1943, la passata bellezza del tempio, frutto degli interventi accaduti alla fondazione (VII secolo) fino ,il XVIII secolo. La facciata (XII secolo) è una sorta di palinsesto della storia cittadina, con i frammenti romani, bizantini e longobardi inseriti nei due ordini della struttura romanica. Le bombe alleate annientarono anche la magnifica porta in bronzo del portale centrale, adorno di rilievi; le 72 formelle che la componevano, attualmente in restami, verranno sistemate all'interno della chiesa, completamente rifatto dopo la guerra. Anche per il campanile, elevato nel 1279, furono utilizzati materiali romani di recupero, come i 17 busti sulla fronte anteriore e il rilievo sul fianco sinistro, raffigurante un cinghiale divenuto emblema della città.
Il Museo diocesano è collocato nella cripta del Duomo, di origine paleocristiana ma più volte riutilizzata. Vi sono mantenuti preziosi frammenti di carmi sepolcrali, larghi brani di pittura longobarda, la cattedra di S. Barbuto in ferro battuto, un prezioso affresco trecentesco e alcuni resti dei magnifici amboni contemporanei che si trovavano nel Duomo, distrutti dalle bombe dell'ultima guerra.
L'arco di Traiano è il monumento più noto della città, innalzato nel 114 per festeggiare il prolungamento della Via Appia da Benevento a Brindisi. L'arco, alto più di 15 in, è ornato da rilievi che celebrano il saggio governo dell'imperatore, riprodotto sempre in abiti civili; particolare interesse storico riveste quello all'interno del fornice che ricorda l'inclusione di Benevento nel programma di "institutio alimentaria", ripartizione gratuita di derrate alimentari ai bimbi poveri.
La chiesa di Santa Sofia è considerata una vera gemma dell'architettura medievale per l'originale impianto dell'interno, con pianta per metà circolare e per metà a stella, mentre la Cupola è sorretta da sei colonne unito da archi, al cui esterno si sviluppa un anello decagonale scandito da pilastri.
Il Museo del Sannio è il perno delle raccolte è la sezione archeologica, comprendente ceramica sannita e le statue del tempio romano di Iside, ma di notevole interesse è l'intero insieme dell'istituzione, a iniziare dal contenitore. Il museo è, infatti, sistemato nel monastero di S. Sofia, contenente un bel chiostro romanico, scandito da arcate nelle quali si aprono 15 quadrifore e una trifora che poggiano su colonnine con basi, capitelli e pulvini decorati. Oltre alle collezioni archeologiche, il percorso di visita propone una sezione medievale, dove risaltano alcuni frammenti degli amboni del Duomo, una raccolta numismatica, una galleria d'arte che riserva grande spazio alla scuola napoletana e alla pittura novecentesca, con opere di Renato Guttuso, Francesco Messina e Emilio Greco.
Il Museo del Sannio è il perno delle raccolte è la sezione archeologica, comprendente ceramica sannita e le statue del tempio romano di Iside, ma di notevole interesse è l'intero insieme dell'istituzione, a iniziare dal contenitore. Il museo è, infatti, sistemato nel monastero di S. Sofia, contenente un bel chiostro romanico, scandito da arcate nelle quali si aprono 15 quadrifore e una trifora che poggiano su colonnine con basi, capitelli e pulvini decorati. Oltre alle collezioni archeologiche, il percorso di visita propone una sezione medievale, dove risaltano alcuni frammenti degli amboni del Duomo, una raccolta numismatica, una galleria d'arte che riserva grande spazio alla scuola napoletana e alla pittura novecentesca, con opere di Renato Guttuso, Francesco Messina e Emilio Greco.