vacanze a capri
Capri (Napoli) sono oltre 2000 anni che resiste come località di moda, merito sicuramente dei suoi scenari naturali, unici per fascino oggi collo all'epoca di Augusto e del successore Tiberio, che vi trascorse gli ultimi 10 anni della sua vita. Ancora oggi visitare Capri significa immergersi in un cocktail di storia, cultura, tradizione e mondanità che è in sostanza impossibile trovare altrove.
A Marina Grande fanno capo aliscafi e traghetti in arrivo dal continente e qui si trova la più grande arenile dell'isola di Capri, assai rinomato già in epoca romana, tant'è vero che il cosiddetto palazzo a Mare, i cui resti furono sfortunatamente danneggiati, all'inizio del XIX secolo, dagli scontri tra le truppe inglesi e quelle napoleoniche.
A Capri centro è facile incontrare personaggi famosi adagiati ai tavolini di piazza Umberto I. generalmente nota come la 'piazzetta", Ma oltre a queste curiosità, meritano un'occhiata la chiesa di S. Stefano e il Centro caprense allestito nell'antistante palazzo Cerio, piccola esposizione intitolata alla storia isolana. Fanno capo alla 'piazzetta' molteplici escursioni da non mancare durante il soggiorno nell'isola, a iniziare dalla passeggiata verso l'Arco naturale, grandiosa formazione calcarea a picco sulla costa orientale.
Dall'Arco naturale si continua quindi verso la grotta di Matromania in epoca romana consacrata al culto della dea Cibele, fino a punta Masullo, che regala una favolosa vista di villa Malaparte appartenuta allo scrittore Curzio Malaparte, vero capolavoro d'architettura contemporanea: il progetto della residenza si deve ad Adalberto Libera, cui va reso atto avere armonizzato in maniera magistrale la chiara semplicità del volume e la tonalità rossa degli intonaci con il paesaggio circostante, tanto aspro quanto attraente. Continuando su via Pizzolungo, ecco il belvedere di Tragara, punto d'osservazione privilegiato sui Faraglioni, tre scogli calcarci da enumerare tra le vedute più noti d'Italia.
Ugualmente note sono le passeggiate verso il belvedere Cannone e villa jovis, collocata sul promontorio all'estremità nord-orientale di Capri: questo è detto monte Tiberio, perché fu proprio il figliastro di Augusto che fece innalzare ricca dimora, imperiale anche nelle dimensioni. L'altra faccia della medaglia invece dal salto di Tiberio, dal quale il monarca faceva gettare nel vuoto i suoi nemici e oppositori. Emozioni di ben altro genere suscita invece il belvedere dalla spianata sovrastante gli scavi della villa, che offre un'indimenticabile vista sui golfi di Napoli e di Salerno.
Tornati nel villaggio, desta non poca sorpresa la presenza di un monumento a Lenin nel Parco Augusto, al di là dei quale ha inizio l’ardita quanto panoramica via Krupp, con destinazione Marina Piccola, dove lo scoglio delle Sirene forma un altro arco naturale.
Panorami emozionante sono assicurati anche dal belvedere della certosa di S. Giacomo, innalzata nel 1371-74 e in seguito sistemata a usi carcerari e militari; oggi funge da polo culturale, accogliendo mostre temporanee, eventi musicali e il Museo Diefenbach che propone. accanto ai lavori dell'artista tedesco, quattro statue romane ritrovate tra il 1964 e il 1970 all'interno della Grotta azzurra.
Il borgo di Anacapri vanta un piccolo capolavoro barocco: la chiesa di S. Michele, ideata da Domenico Antonio Vacdaro racchiude infatti un bellissimo pavimento in maiolica realizzato nel 1761. Al secolo successivo risale villa S. Michele, voluta dallo scrittore svedese Axel Munthe, con preziosi arredi sette-ottocenteschi e un magnifico panorama sul golfo di Napoli. Per gli amanti delle vedute mozzafiato, è d'obbligo anche l'ascesa in funivia alla vetta del monte Solaro e l'escursione al belvedere di di Migliara dove lo sguardo torna a incontrare i Faraglioni.
La strada che esce dal villaggio in direzione nord-ovest tocca invece le vestigia di un'imponente dimora romana detta villa Imperiale, per poi scendere al piazzale sovrastante l'ingresso della celebre Grotta azzurra, raggiungibile soltanto in barca.
Il suo nome è legato alla eccezionale colorazione assunta dalle pareti interne dell'anfratto, cui latino riscontro i riflessi argentati degli oggetti immersi nell'acqua: spettacolari giochi aromatici legati allo affondamento bradisismico della caverna, che ne ha ostruito tutte le fonti luminose a esclusione di una grande apertura sotto il livello del mare.
A Marina Grande fanno capo aliscafi e traghetti in arrivo dal continente e qui si trova la più grande arenile dell'isola di Capri, assai rinomato già in epoca romana, tant'è vero che il cosiddetto palazzo a Mare, i cui resti furono sfortunatamente danneggiati, all'inizio del XIX secolo, dagli scontri tra le truppe inglesi e quelle napoleoniche.
A Capri centro è facile incontrare personaggi famosi adagiati ai tavolini di piazza Umberto I. generalmente nota come la 'piazzetta", Ma oltre a queste curiosità, meritano un'occhiata la chiesa di S. Stefano e il Centro caprense allestito nell'antistante palazzo Cerio, piccola esposizione intitolata alla storia isolana. Fanno capo alla 'piazzetta' molteplici escursioni da non mancare durante il soggiorno nell'isola, a iniziare dalla passeggiata verso l'Arco naturale, grandiosa formazione calcarea a picco sulla costa orientale.
Dall'Arco naturale si continua quindi verso la grotta di Matromania in epoca romana consacrata al culto della dea Cibele, fino a punta Masullo, che regala una favolosa vista di villa Malaparte appartenuta allo scrittore Curzio Malaparte, vero capolavoro d'architettura contemporanea: il progetto della residenza si deve ad Adalberto Libera, cui va reso atto avere armonizzato in maniera magistrale la chiara semplicità del volume e la tonalità rossa degli intonaci con il paesaggio circostante, tanto aspro quanto attraente. Continuando su via Pizzolungo, ecco il belvedere di Tragara, punto d'osservazione privilegiato sui Faraglioni, tre scogli calcarci da enumerare tra le vedute più noti d'Italia.
Ugualmente note sono le passeggiate verso il belvedere Cannone e villa jovis, collocata sul promontorio all'estremità nord-orientale di Capri: questo è detto monte Tiberio, perché fu proprio il figliastro di Augusto che fece innalzare ricca dimora, imperiale anche nelle dimensioni. L'altra faccia della medaglia invece dal salto di Tiberio, dal quale il monarca faceva gettare nel vuoto i suoi nemici e oppositori. Emozioni di ben altro genere suscita invece il belvedere dalla spianata sovrastante gli scavi della villa, che offre un'indimenticabile vista sui golfi di Napoli e di Salerno.
Tornati nel villaggio, desta non poca sorpresa la presenza di un monumento a Lenin nel Parco Augusto, al di là dei quale ha inizio l’ardita quanto panoramica via Krupp, con destinazione Marina Piccola, dove lo scoglio delle Sirene forma un altro arco naturale.
Panorami emozionante sono assicurati anche dal belvedere della certosa di S. Giacomo, innalzata nel 1371-74 e in seguito sistemata a usi carcerari e militari; oggi funge da polo culturale, accogliendo mostre temporanee, eventi musicali e il Museo Diefenbach che propone. accanto ai lavori dell'artista tedesco, quattro statue romane ritrovate tra il 1964 e il 1970 all'interno della Grotta azzurra.
Il borgo di Anacapri vanta un piccolo capolavoro barocco: la chiesa di S. Michele, ideata da Domenico Antonio Vacdaro racchiude infatti un bellissimo pavimento in maiolica realizzato nel 1761. Al secolo successivo risale villa S. Michele, voluta dallo scrittore svedese Axel Munthe, con preziosi arredi sette-ottocenteschi e un magnifico panorama sul golfo di Napoli. Per gli amanti delle vedute mozzafiato, è d'obbligo anche l'ascesa in funivia alla vetta del monte Solaro e l'escursione al belvedere di di Migliara dove lo sguardo torna a incontrare i Faraglioni.
La strada che esce dal villaggio in direzione nord-ovest tocca invece le vestigia di un'imponente dimora romana detta villa Imperiale, per poi scendere al piazzale sovrastante l'ingresso della celebre Grotta azzurra, raggiungibile soltanto in barca.
Il suo nome è legato alla eccezionale colorazione assunta dalle pareti interne dell'anfratto, cui latino riscontro i riflessi argentati degli oggetti immersi nell'acqua: spettacolari giochi aromatici legati allo affondamento bradisismico della caverna, che ne ha ostruito tutte le fonti luminose a esclusione di una grande apertura sotto il livello del mare.