vacanze isole tremiti
Le Isole Tremiti (Foggia) fanno capo a Rodi Garganico e allo scalo molisano di Termoli i collegamenti marittimi con l'arcipelago, situato circa 10 miglia marine a nord del lago di Lesina. Lo compongono le tre isole di San Domino, San Nicola e Capraia, comprese nel Parco nazionale del Gargano e protette, anche come Riserva marina.
I motivi d'interesse non si limitano a un ambiente naturale conservatosi quasi incontaminato, perché sull'arcipelago sono state rilevate tracce della presenza umana fin dal Neolitico.
Nell'XI secolo una comunità benedettina originario da Montecassino fondò sull'isola di San Nicola un monastero destinato a divenire uno tra i più rilevanti centri religiosi della regione, assicurandosi molteplici possessi nel Gargano e nel Molise. Decaduto sotto Federico II, il complesso conobbe ancora uno splendore per mano dei Cistercensi e, in seguito, dei Canonici regolari lateranensi, fino alla abolizione deliberata nell'800 dai Borbone.
Isola di San Nicola.
Benché sia la più piccola delle tre isole, raccoglie nel villaggio di San Nicola di Termini le maggiori documentazioni monumentali, la sede comunale e l'approdo dei traghetti per il continente.
Vigilano il porto due massicci torrioni quadrangolari, racchiusi in un sistema fortificato che aspettava ben tre linee di difesa. Saliti nel piccolo borgo, un potente torrione angioino domina piazza del Castello, dove si apre la porta d'accesso all'abbazia. Questa è raccolta ai margini dell'altopiano che occupa buona parte dell'isola, intorno alla chiesa di S. Maria a Mare; da non perdere il bellissimo panorama offerto dal sagrato, prima di spostare lo sguardo sulla semplice facciata in pietra bianca, con portale del ‘400.
L'interno conserva tracce del pavimento musivo benedettino (XI secolo) e un raffinato soffitto in legno unito in epoca barocca; sull'altare maggiore troneggia un polittico in legno di scuola veneziana (XV secolo), l'abside della navata sinistra contiene la statua parimenti lignea di S. Maria a Mare e il deambulatorio la preziosa Croce tremitese, rilevante esempio di arte greco-bizantina.
La visita del complesso continua attraverso i due chiostri: il primo, più antico, è decorato da un pozzo settecentesco, mentre nel secondo spiccano le forme brunelleschiane del dormitorio dei Canonici lateranensi.
Isola San Domino e isola Capraia.
Nessun dubbio sulla vocazione turistica dell'isola di San Domino, abitata solo a partire dal 1932, quando vi fu spostata la popolazione di San Nicola per riservare quest'ultima a una colonia di confinati. Vista la forma scoscesa di buona parte del profilo litoraneo, è raccomandabile compiere il periplo dell'isola in barca, andando alla scoperta delle cale del Sale e delle Rosene, dove la pineta scende a lambire il mare, della grotta delle Viole, detta così per i riflessi che l'acqua vi assume nelle prime ore del giorno, e della grotta del Bue Marino, nella quale è segnalata la presenza della foca monaca.
Unico segno di vita sull'isola di Capraia è la luce del faro, anche se i ruderi della così chiamata casa del Cafone ricordano la passata presenza di pastori. rasentando il versante sud-orientale, si incontra la cala del Falconetto, il cui nome ricorda i tanti rapaci che vi nidificano; doppiata punta Secca, appare il grande Architetto di Capraia, cui seguono la punta del Grottone, le cale dei Turchi e Sorrentino.
I motivi d'interesse non si limitano a un ambiente naturale conservatosi quasi incontaminato, perché sull'arcipelago sono state rilevate tracce della presenza umana fin dal Neolitico.
Nell'XI secolo una comunità benedettina originario da Montecassino fondò sull'isola di San Nicola un monastero destinato a divenire uno tra i più rilevanti centri religiosi della regione, assicurandosi molteplici possessi nel Gargano e nel Molise. Decaduto sotto Federico II, il complesso conobbe ancora uno splendore per mano dei Cistercensi e, in seguito, dei Canonici regolari lateranensi, fino alla abolizione deliberata nell'800 dai Borbone.
Isola di San Nicola.
Benché sia la più piccola delle tre isole, raccoglie nel villaggio di San Nicola di Termini le maggiori documentazioni monumentali, la sede comunale e l'approdo dei traghetti per il continente.
Vigilano il porto due massicci torrioni quadrangolari, racchiusi in un sistema fortificato che aspettava ben tre linee di difesa. Saliti nel piccolo borgo, un potente torrione angioino domina piazza del Castello, dove si apre la porta d'accesso all'abbazia. Questa è raccolta ai margini dell'altopiano che occupa buona parte dell'isola, intorno alla chiesa di S. Maria a Mare; da non perdere il bellissimo panorama offerto dal sagrato, prima di spostare lo sguardo sulla semplice facciata in pietra bianca, con portale del ‘400.
L'interno conserva tracce del pavimento musivo benedettino (XI secolo) e un raffinato soffitto in legno unito in epoca barocca; sull'altare maggiore troneggia un polittico in legno di scuola veneziana (XV secolo), l'abside della navata sinistra contiene la statua parimenti lignea di S. Maria a Mare e il deambulatorio la preziosa Croce tremitese, rilevante esempio di arte greco-bizantina.
La visita del complesso continua attraverso i due chiostri: il primo, più antico, è decorato da un pozzo settecentesco, mentre nel secondo spiccano le forme brunelleschiane del dormitorio dei Canonici lateranensi.
Isola San Domino e isola Capraia.
Nessun dubbio sulla vocazione turistica dell'isola di San Domino, abitata solo a partire dal 1932, quando vi fu spostata la popolazione di San Nicola per riservare quest'ultima a una colonia di confinati. Vista la forma scoscesa di buona parte del profilo litoraneo, è raccomandabile compiere il periplo dell'isola in barca, andando alla scoperta delle cale del Sale e delle Rosene, dove la pineta scende a lambire il mare, della grotta delle Viole, detta così per i riflessi che l'acqua vi assume nelle prime ore del giorno, e della grotta del Bue Marino, nella quale è segnalata la presenza della foca monaca.
Unico segno di vita sull'isola di Capraia è la luce del faro, anche se i ruderi della così chiamata casa del Cafone ricordano la passata presenza di pastori. rasentando il versante sud-orientale, si incontra la cala del Falconetto, il cui nome ricorda i tanti rapaci che vi nidificano; doppiata punta Secca, appare il grande Architetto di Capraia, cui seguono la punta del Grottone, le cale dei Turchi e Sorrentino.