vacanze a barletta
La città di Barletta (Bari) è ricca di resti medievali, testimonianza del passaggio dei crociati e dei traffici legati alle spedizioni in Terra Santa, che assicurarono rilevante importanza a un centro destinato a godere un periodo di fiorente sviluppo durante tutto il regno angioino.
Il Castello.
Prima dell'intervento cinquecentesco che portò l'aggiunta dei bastioni angolari e lo scavo dei fossati, la fortezza sveva era stata modificata verso la fine del XIII secolo da Pierre d'Agnicourt e alcuni decenni più tardi dagli Aragonesi. I restauri iniziati nella seconda metà del '900 hanno permesso di sistemarvi le collezioni del Museo civico: alla raccolta archeologica, dove risalta un busto in pietra di Federico II che rappresenta l'unica immagine pervenutoci dell'imperatore — si affianca l’importante raccolta di opere del pittore impressionista Giuseppe De Nittis, offerta alla città natale del maestro dalla vedova.
Duomo e il Colosseo.
Intitolato a S. Maria Maggiore, fu cominciato nel XII secolo e portato a conclusione solo 200 anni più tardi. Non sorprende perciò la disomogeneità dell'impianto, strutturato nella sezione frontale secondo il modello della basilica romanica, in origine chiusa da tre absidi; queste furono poi distrutte per allungare il tempio seguendo i dettami del linguaggio architettonico gotico. Ornano l'interno un prezioso pergamo del 1267 e un ciborio coevo con capitelli non figurato, dimostrazione delle influenze orientali che in quel tempo accrescevano lo scenario culturale della città. Sarebbe arrivata da Costantinopoli nel XIII o nel XIV secolo l'imponente statua in bronzo detta appunto il Colosso, rappresentante l'imperatore d'Occidente Valentiniano I o Onorio.
La chiesa del Santo Sepocro.
Collocata alle spalle del Colosso, è di origini romaniche (XII secolo), ma rivela appariscenti aggiunte ispirate ai modelli gotici francesi e altre trasformazioni d'epoca successiva in una sovrapposizione di esperienze architettoniche tanto eterogenea quanto meraviglioso. Le tre navate interne, concluse da altrettante absidi, sono coperte da volte a crociera rette da pilastri cruciformi; sulla parete a sinistra dell'ingresso si osservano frammenti di affreschi duecenteschi e un fonte battesimale dello stesso secolo, mentre all'altare dell'abside destra è posta una tavola di gusto bizantino.
Il Castello.
Prima dell'intervento cinquecentesco che portò l'aggiunta dei bastioni angolari e lo scavo dei fossati, la fortezza sveva era stata modificata verso la fine del XIII secolo da Pierre d'Agnicourt e alcuni decenni più tardi dagli Aragonesi. I restauri iniziati nella seconda metà del '900 hanno permesso di sistemarvi le collezioni del Museo civico: alla raccolta archeologica, dove risalta un busto in pietra di Federico II che rappresenta l'unica immagine pervenutoci dell'imperatore — si affianca l’importante raccolta di opere del pittore impressionista Giuseppe De Nittis, offerta alla città natale del maestro dalla vedova.
Duomo e il Colosseo.
Intitolato a S. Maria Maggiore, fu cominciato nel XII secolo e portato a conclusione solo 200 anni più tardi. Non sorprende perciò la disomogeneità dell'impianto, strutturato nella sezione frontale secondo il modello della basilica romanica, in origine chiusa da tre absidi; queste furono poi distrutte per allungare il tempio seguendo i dettami del linguaggio architettonico gotico. Ornano l'interno un prezioso pergamo del 1267 e un ciborio coevo con capitelli non figurato, dimostrazione delle influenze orientali che in quel tempo accrescevano lo scenario culturale della città. Sarebbe arrivata da Costantinopoli nel XIII o nel XIV secolo l'imponente statua in bronzo detta appunto il Colosso, rappresentante l'imperatore d'Occidente Valentiniano I o Onorio.
La chiesa del Santo Sepocro.
Collocata alle spalle del Colosso, è di origini romaniche (XII secolo), ma rivela appariscenti aggiunte ispirate ai modelli gotici francesi e altre trasformazioni d'epoca successiva in una sovrapposizione di esperienze architettoniche tanto eterogenea quanto meraviglioso. Le tre navate interne, concluse da altrettante absidi, sono coperte da volte a crociera rette da pilastri cruciformi; sulla parete a sinistra dell'ingresso si osservano frammenti di affreschi duecenteschi e un fonte battesimale dello stesso secolo, mentre all'altare dell'abside destra è posta una tavola di gusto bizantino.