vacanze a bagn di tivoli
A Bagni di Tivoli (Roma) c’è uno dei più antichi centri antichi termali, le cui acque sulfuree sono note dall'antichità per le particolarità terapeutiche e vengono tuttora adoperate nel moderno stabilimento. Sgorgano alla temperatura di 23 gradi dal lago della Regina o Solfatara, luogo che un tempo ospitava le terme romane, di cui sono visibili i resti.
Villa Adriana fu iniziata nell'anno 118 dall’ imperatore Adriano. Più che a una villa, il complesso fa pensare a una reggia o perfino a una piccola “città ideale”, nella quale si ritrovano suggestioni, ambientazioni, stili e tecniche costruttive diverse, come tanti e diversi furono i luoghi visitati da Adriano durante i viaggi nelle terre più lontane dell'impero, che volle qui rifare. Le strutture visibili sono solo una parte della costruzione monumentale e infinita realizzata in vent'anni di cantiere, che vanta il primato di essere la più grande villa innalzata nell'antichità, con una superficie di 300 ettari.
Imponente nella struttura e splendida negli arredi saccheggiati già nella tarda antichità, la villa vanta anche un ambiente naturale di grande fascino e un eccezionale ricchezza d'acqua.
La grandiosità della residenza attirò nei secoli i successori di Adriano, tra i quali Antonino Pio e Diocleziano, che vi si recavano in villeggiatura. La villa venne riscoperta solo nel 1450 e nel '500 iniziarono gli scavi, con ulteriori saccheggi che si protrassero fino all'800.
Vasto quadriportico detto Pecile, influenzato ad analoga architettura ateniese, è seguito dalle Piccole Terme, forse destinate alle donne, e dalle Grandi Terme, composte da tre grandi locali sorpassati da resti di volte ardite, che lasciano indovinare la magnificenza del complesso.
Tra i luoghi più spettacolari è il Canopo, che spicca nel verde per il suo stile orientale: si chiamava così, infatti, una località di svago sulla riva destra del Nilo. Per ricreare l'atmosfera di quel luogo, Adriano fece scavare una vasca rettangolare ai lati della quale furono costruite scalinate in marmo, sulle quali erano poste statue e colonne, alternate a padiglioni e banchine. Il Palazzo imperiale era la residenza invernale dell'imperatore, sviluppata su 50 mila m2 riscaldati.
Villa Adriana fu iniziata nell'anno 118 dall’ imperatore Adriano. Più che a una villa, il complesso fa pensare a una reggia o perfino a una piccola “città ideale”, nella quale si ritrovano suggestioni, ambientazioni, stili e tecniche costruttive diverse, come tanti e diversi furono i luoghi visitati da Adriano durante i viaggi nelle terre più lontane dell'impero, che volle qui rifare. Le strutture visibili sono solo una parte della costruzione monumentale e infinita realizzata in vent'anni di cantiere, che vanta il primato di essere la più grande villa innalzata nell'antichità, con una superficie di 300 ettari.
Imponente nella struttura e splendida negli arredi saccheggiati già nella tarda antichità, la villa vanta anche un ambiente naturale di grande fascino e un eccezionale ricchezza d'acqua.
La grandiosità della residenza attirò nei secoli i successori di Adriano, tra i quali Antonino Pio e Diocleziano, che vi si recavano in villeggiatura. La villa venne riscoperta solo nel 1450 e nel '500 iniziarono gli scavi, con ulteriori saccheggi che si protrassero fino all'800.
Vasto quadriportico detto Pecile, influenzato ad analoga architettura ateniese, è seguito dalle Piccole Terme, forse destinate alle donne, e dalle Grandi Terme, composte da tre grandi locali sorpassati da resti di volte ardite, che lasciano indovinare la magnificenza del complesso.
Tra i luoghi più spettacolari è il Canopo, che spicca nel verde per il suo stile orientale: si chiamava così, infatti, una località di svago sulla riva destra del Nilo. Per ricreare l'atmosfera di quel luogo, Adriano fece scavare una vasca rettangolare ai lati della quale furono costruite scalinate in marmo, sulle quali erano poste statue e colonne, alternate a padiglioni e banchine. Il Palazzo imperiale era la residenza invernale dell'imperatore, sviluppata su 50 mila m2 riscaldati.