vacanze a catania
Catania (Sicilia) fu fondata nel 729 a.C. da coloni calcidesi.
Fu poi la volta dei Romani, dei Bizantini, degli Arabi, dei Normanni. Dopo anni di relativa tranquillità, un'eruzione dell'Etna e il sisma del 1693 lasciarono una città in gran parte annientata, che grazie all'intervento del duca di Camastra, Giuseppe Lanza, e dell'architetto Gian Battista Vaccarini seppe risorgere ancora una volta dalle sue ceneri. Da allora in poi la città visse una fase di crescita i cui effetti arrivano fino a oggi.
Piazza dei Duomo è per tradizione il punto centrale del tessuto urbano, ideato come tale dopo il 1693 e fissato sulla fontana dell'Elefante, del 1736, che di Catania è diventata il simbolo più noto. E come è composita la natura della città, così lo è il suo simbolo: l'elefante di pietra è romano, l'obelisco, invece, è egizio.
La Cattedrale fu fatta costruire dal conte Ruggero nell’XI secolo sui resti delle terme Achilliane era già stata rinnovata una volta quando il sisma del 1693 la rase al suolo. La pregevole facciata barocca è del XVIII secolo; l'interno a tre navate accoglie, oltre al bel portale cinquecentesco del transetto destro, la tomba di Costanza d’Aragona, moglie di Federico III, accanto a quelle degli Aragona che abitarono a Messina, mentre poco distante si trova la tomba di Vincenzo Bellini.
Il castello Usino fu costruito nel 1250. Scelto dai sovrani aragonesi conte residenza dell’400 e cinto di mura nel secolo successivo, della struttura normanna mantiene la pianta quadrata e i quattro torrioni angolari, inframmezzati da due torri semi-cilindriche sui lato settentrionale e occidentale.
Oggi accoglie il Museo comunale, con preziosi reperti archeologici sculture, quadri e raccolte di arti minori.
La bella dimora settecentesca di Giovanni Verga, in via S. Anna, è oggi un museo dove sono raccolti oggetti e testimonianze di sua proprietà. Notevole la biblioteca, ricca di oltre 2000 voltimi, alcuni dei quali con dedica autografa.
Non lontano, in piazza S. Francesco, sorge la casa di un altro famoso catanese, il musicista Vincenzo Bellini, qui nato nel 1801, che mantiene molteplici cimeli e spartiti dell'autore della "Norma".
Il Teatro romano conserva oggi unicamente strutture di età romana, anche se la tradizione locale lo vorrebbe di origini greche. La cavea, dal diametro di 87 in, con sedili in pietra calcarea, poteva ricevere 7000 spettatori ed era rivolta a sud.
Poco lontano si trovano i resti dell'antico Odeon, che ospitava esibizioni musicali e poetiche.
La via dei Crociferi è uno degli assi portanti della Catania barocca, dove i pregiati testimonianze di questo stile si allineano sui lati della strada come in parata: notevole è l'arco di S. Benedetto.
Poco oltre la chiesa di S. Benedetto spicca dall'alto della sua scalinata. Seguono l'ex collegio dei Gesuiti, il palazzo Asmundo Francica Nava, la chiesa di S. Giuliano, il convento dei ladri Cruciferi e, infine, la bella villa Cerami.
La chiesa di S. Nicolò fu cominciata nel 1087. Rimasta non terminata è oggi destinata a Sacrario dei Caduti. Nell'interno a tre navate si nota la preziosa meridiana in marino tracciata nel pavimento del transetto nel 1841; splendido è porgano, dorato, di Donato Del piano.
L'anfiteatro risale II secolo d.C., e ai tempo dei suo uso Poteva accogliere 10 mila spettatori.
Fu poi la volta dei Romani, dei Bizantini, degli Arabi, dei Normanni. Dopo anni di relativa tranquillità, un'eruzione dell'Etna e il sisma del 1693 lasciarono una città in gran parte annientata, che grazie all'intervento del duca di Camastra, Giuseppe Lanza, e dell'architetto Gian Battista Vaccarini seppe risorgere ancora una volta dalle sue ceneri. Da allora in poi la città visse una fase di crescita i cui effetti arrivano fino a oggi.
Piazza dei Duomo è per tradizione il punto centrale del tessuto urbano, ideato come tale dopo il 1693 e fissato sulla fontana dell'Elefante, del 1736, che di Catania è diventata il simbolo più noto. E come è composita la natura della città, così lo è il suo simbolo: l'elefante di pietra è romano, l'obelisco, invece, è egizio.
La Cattedrale fu fatta costruire dal conte Ruggero nell’XI secolo sui resti delle terme Achilliane era già stata rinnovata una volta quando il sisma del 1693 la rase al suolo. La pregevole facciata barocca è del XVIII secolo; l'interno a tre navate accoglie, oltre al bel portale cinquecentesco del transetto destro, la tomba di Costanza d’Aragona, moglie di Federico III, accanto a quelle degli Aragona che abitarono a Messina, mentre poco distante si trova la tomba di Vincenzo Bellini.
Il castello Usino fu costruito nel 1250. Scelto dai sovrani aragonesi conte residenza dell’400 e cinto di mura nel secolo successivo, della struttura normanna mantiene la pianta quadrata e i quattro torrioni angolari, inframmezzati da due torri semi-cilindriche sui lato settentrionale e occidentale.
Oggi accoglie il Museo comunale, con preziosi reperti archeologici sculture, quadri e raccolte di arti minori.
La bella dimora settecentesca di Giovanni Verga, in via S. Anna, è oggi un museo dove sono raccolti oggetti e testimonianze di sua proprietà. Notevole la biblioteca, ricca di oltre 2000 voltimi, alcuni dei quali con dedica autografa.
Non lontano, in piazza S. Francesco, sorge la casa di un altro famoso catanese, il musicista Vincenzo Bellini, qui nato nel 1801, che mantiene molteplici cimeli e spartiti dell'autore della "Norma".
Il Teatro romano conserva oggi unicamente strutture di età romana, anche se la tradizione locale lo vorrebbe di origini greche. La cavea, dal diametro di 87 in, con sedili in pietra calcarea, poteva ricevere 7000 spettatori ed era rivolta a sud.
Poco lontano si trovano i resti dell'antico Odeon, che ospitava esibizioni musicali e poetiche.
La via dei Crociferi è uno degli assi portanti della Catania barocca, dove i pregiati testimonianze di questo stile si allineano sui lati della strada come in parata: notevole è l'arco di S. Benedetto.
Poco oltre la chiesa di S. Benedetto spicca dall'alto della sua scalinata. Seguono l'ex collegio dei Gesuiti, il palazzo Asmundo Francica Nava, la chiesa di S. Giuliano, il convento dei ladri Cruciferi e, infine, la bella villa Cerami.
La chiesa di S. Nicolò fu cominciata nel 1087. Rimasta non terminata è oggi destinata a Sacrario dei Caduti. Nell'interno a tre navate si nota la preziosa meridiana in marino tracciata nel pavimento del transetto nel 1841; splendido è porgano, dorato, di Donato Del piano.
L'anfiteatro risale II secolo d.C., e ai tempo dei suo uso Poteva accogliere 10 mila spettatori.