vacanze a canicatti
Canicattì (Agrigento) è grande centro agricolo dell’entroterra sorse alla metà del XV secolo sul luogo di un più antico casale arabo ma visse una prima consistente fase monumentale tra XVII e XIX secolo, epoca alla quale risale la maggior pane degli edifici attuali.
Il merito della grande fioritura del borgo va alla famiglia dei baroni Bonanno, che raggiunse il culmine con Giacomo I Bonanno Colonna. In un bel contesto di palazzi signorili e nobiliari ottocenteschi, spiccano per interesse la chiesa Matrice del XVIII secolo, con campanile e prospetto del Novecento, la villa Firriato, teatro agli inizi del Novecento di feste tradizionali e oggi in abbandono, e la fontana del Nettuno.
Curiosa anche la vanedda (stradina degli incantesimi): sprovvista di abitazioni sui due lati, era in passato oggetto di leggende sull'apparizione di fantasmi e neppure i più valorosi avevano l'audacia di transitarvi dopo il tramonto.
Il merito della grande fioritura del borgo va alla famiglia dei baroni Bonanno, che raggiunse il culmine con Giacomo I Bonanno Colonna. In un bel contesto di palazzi signorili e nobiliari ottocenteschi, spiccano per interesse la chiesa Matrice del XVIII secolo, con campanile e prospetto del Novecento, la villa Firriato, teatro agli inizi del Novecento di feste tradizionali e oggi in abbandono, e la fontana del Nettuno.
Curiosa anche la vanedda (stradina degli incantesimi): sprovvista di abitazioni sui due lati, era in passato oggetto di leggende sull'apparizione di fantasmi e neppure i più valorosi avevano l'audacia di transitarvi dopo il tramonto.